Biblioteche di Maremma

Abstract: Manciano, mattina del 2 ottobre 1913. L’alto zampillo di acqua che si alza dalla fontana monumentale di Vincenzo Rosignoli in mezzo a una folla in tripudio segna il felice coronamento di un trentennio di aspettative deluse, di sogni accarezzati e di progetti inefficaci, eccessivamente costosi o stravaganti; di progetti, infine, non dotati della necessaria forza politica o non favoriti dalle contingenze sociali. Questo studio di Daniele Pratesi ripercorre in maniera esaustiva ed emozionata questi decenni, a cavallo fra Ottocento e Novecento, e ci fa vivere l’epopea degli uomini che, con posizioni differenti, si fecero carico di tradurre l’anelito dei nostri antenati in una grandiosa opera pubblica. Una realizzazione che, in meno di due anni, tolse al nostro paese e a gran parte del suo territorio una sete secolare, a malapena spenta dalle poche sorgenti del territorio. Poche, spesso lontane dai centri abitati, discontinue nella portata di acque spesso impure che contribuivano a minare ulteriormente il già precario stato di salute di una larghissima fascia di popolazione, lasciata ai margini del processo di modernizzazione di cui l’Italia unita provava confusamente a farsi carico fra tasse sul macinato, guerre coloniali e brigantaggio.